_ChatGPT e consulenza IT: il lavoro è realmente a rischio?

Continuiamo a parlare di Intelligenza Artificiale, ripartendo da quanto detto su ChatGPT.

In particolare, in questo articolo ci soffermeremo su uno dei principali dubbi che al momento sta suscitando questa piattaforma. 

Il lavoro dei consulenti è realmente a rischio?

Visti rapidi progressi che ChatGPT ha compiuto, sempre più tecnici e addetti ai lavori si stanno domandando quanto potrebbero non essere più necessarie alcune figure professionali. Ricordiamo che ChatGPT è un motore di Intelligenza Artificiale relazionale capace di produrre contenuti di diverso genere e complessità in maniera autonoma utilizzando linguaggio umano. Inoltre, è uno strumento capace di apprendere sia in maniera autonoma che con l’aiuto degli uomini. La domanda si genera proprio dalle sconfinate possibilità di crescita che ChatGPT sta dimostrando di possedere e che al momento non sembrano avere limiti.

Tuttavia, è giusto chiedersi se le cose stanno davvero così e se ci sono figure che rischiano di più di altre.

In tal senso è bene fare una premessa: le previsioni non saranno mai esatte, rimanendo in una fase di ipotesi. Nonostante le funzionalità di ChatGPT siano molto avanzate, al momento, questo strumento sembra essere più un supporto che una sostituzione ai professionisti. Da un punto di vista tecnico sono evidenti i limiti di creatività e la capacità di problem-solving tipica degli umani che potrebbero essere implementate o no.

L’AI è ora utilizzata nel giornalismo per la produzione di testi, nel coding per la conoscenza di linguaggi di programmazione web e mobile, nell’ambito SEO per la produzione e di ottimizzazione di contenuti, nel marketing per fornire consigli sulla realizzazione di campagne d’impatto. Questi sono solo alcuni degli ambiti nei quali ChatGPT sta spopolando grazie alla precisione e alla versatilità dimostrata.

Ma quali professioni IT rischiano maggiormente?

Fra le categorie più esposte, soprattutto sul fronte della consulenza, vi sono i programmatori, i designer di interfacce web e gli ingegneri Blockchain: pur trattandosi di competenze specifiche, gli attuali strumenti di AI appaiono già sufficientemente avanzati da poter sostituire l’intervento umano.

Per ora sembra lontano il momento in cui ChatGPT sostituirà del tutto i consulenti IT: è plausibile pensarlo come uno strumento di supporto. L’ideale per contenere le perdite di posti di lavoro sarebbe impiegare ChatGPT come strumento di job augmentation, ovvero un elemento di amplificazione delle proprie competenze prima di poterle spenderle sul mercato del lavoro.

In conclusione, sarebbe opportuno per i lavoratori iniziare a prendere confidenza il prima possibile con l’AI e sviluppare ulteriormente il proprio profilo tecnico per farsi trovare preparati in un mercato del lavoro che non si accontenterà più di competenze gerarchiche; per questo il supporto di ChatGPT potrebbe rappresentare una soluzione per emergere nella competizione.